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30 gennaio 2015

INTERVISTA - Riccardo Gramazio e Sonnifera

Nelle vene di questo esordiente scorrono fiumi di parole, parole che trovano voce nei suoi testi e nella sua musica. Riccardo Gramazio è un giovane artista che ci parlerà di sè e del suo romanzo, Sonnifera, edito da Lettere Animate.

Riccardo Gramazio nasce a Milano il 30-9-1986. Comincia a scrivere prestissimo, dando voce alla propria vena creativa attraverso poesie, racconti, pagine di diario e canzoni. Nel 2010 l'autore autopubblica la prima raccolta di poesie Potesse solo neve e il romanzo Petali cadenti. Nel 2013 il secondo romanzo, Sonnifera (Lettere Animate 2014). L’autore è anche attivo nell’ambito musicale con lo pseudonimo di Ricky Rage. Solamente numeri (2014) è il primo disco solista.



Ciao Riccardo, domanda di rito, quando hai scoperto la passione per la scrittura?

Ho cominciato a scrivere prestissimo. Già da bambino ero fortemente attratto dalle parole e dalle storie. Sì, credo di aver sempre amato carta e penna. Ovviamente i primi scritti seri sono arrivati più avanti, intorno ai vent’anni.



Qual è stato il tuo primo testo?

Una poesia che ricordo con molto piacere. Una manciata di versi, più che altro. Avevo circa otto anni. Il primo romanzo, Petali cadenti, è del 2010. In mezzo, tante altre cose...



Quale genere letterario ti è più affine? Quale invece non riesci a leggere e/o a scrivere?

Leggo il più possibile, di tutto e senza pormi limiti. Di conseguenza, i miei lavori sono difficilmente collocabili in un determinato genere letterario. Presentano moltissime sfaccettature, sia per stile che per contenuto. Forse, ora come ora, non scriverei romanzi fantasy o di fantascienza.


Come è stato il tuo percorso verso la pubblicazione?

Con umiltà e pazienza ho setacciato la rete alla ricerca di una casa editrice che facesse al caso mio. Lettere Animate ha creduto nel mio lavoro, proponendomi un ottimo contratto.


Come è nata l’idea di Sonnifera? Cosa ti ha ispirato?

Volevo una storia distorta, fuori binario, rabbiosa e sincera al contempo. Avevo bisogno di una voce narrante assolutamente imprevedibile e senza peli sulla lingua. Soprattutto avevo bisogno di liberare le scarpe da un’infinità di fastidiosi sassolini. Ho creato Terry Stones prima ancora di abbozzare una trama definitiva e me ne sono innamorato. È un personaggio incredibilmente umano, nel bene e nel male. Un cantante in piena crisi esistenziale, sull’orlo del baratro, ma destinato a risorgere dalle proprie ceneri. Ripeto, amo questo personaggio.

Pareti pesanti, rese appena meno scure da uno spiraglio di luce proveniente da chissà dove. Una stanza, non la mia, totalmente estranea alla mente appesantita da postumi sconosciuti, ma abbastanza efficaci da far ricadere gli occhi nel sonno senza origine dal quale mi ero da un paio di secondi separato. Immediato panico. Paralizzante, nevrotico, confuso. «Dove... dove mi trovo?» sussurrai al silenzio con la bocca secca e impastata. «Aiuto...» 

Quanto c’è di te in questo testo?


Molto. Terry non è il mio alter-ego, ma mi somiglia parecchio. Odia le ingiustizie ed è molto critico con sé stesso.


Terry Stones, rockstar in pieno decadimento, si risveglia confuso e disorientato in una sconosciuta abitazione. Ad attenderlo Selene, misteriosa guida al servizio di un ricco e inquietante imprenditore. Quello che sembra solo un incubo si trasforma in un viaggio frenetico negli abissi della mente, del passato e dello show-business. In una Los Angeles più rovente che mai, Terry cercherà la verità sfuggita alla memoria, il nodo che lo ha legato all'enigmatico poeta Icaro.

Hai mai affrontato il “blocco dello scrittore”? Come lo hai superato?

Fortunatamente i miei blocchi sono dovuti alla mancanza di tempo e non a crisi d’ispirazione. Magari non ho sempre grandissime idee. In ogni caso mi tengo in forma, scrivendo qualsiasi cosa e leggendo ogni giorno.


Cosa vuoi comunicare con il tuo Sonnifera?

Nel romanzo le emozioni sono esasperate, violente, selvagge. Ogni capitolo propone una guerra viscerale tra sogno e realtà, quasi a voler sfidare il lettore. Probabilmente, al termine della lettura non si ottengono valide risposte, bensì domande taglienti e talvolta indiscrete. Ho voluto ritrarre la società dei nostri giorni con un pennello tanto forte quanto fragile. Certo, poi la trama è accattivante...


Cosa pensi del Self-Publishing? 

Di questi tempi credo che l’autopubblicazione per un autore sia quasi d’obbligo. Io stesso parto sempre da questa concezione. Il problema è che ci si ritrova sommersi da un mare di scritti, molti dei quali di dubbio valore. Emergere dal caos è praticamente impossibile, considerando anche che i lettori, per usare un eufemismo, non sono poi così tanti. Il self-publishing non può sostituire l’editoria vera e propria, ma non rappresenta neanche, come spesso sento, l’ultima spiaggia o il contentino per lo scrittore frustrato o perennemente rifiutato. In giro ci sono molte ottime cose che, come dire, troppe volte sfuggono all’attenzione delle case editrici o, peggio ancora, non vengono considerate. Il discorso sarebbe comunque troppo lungo e impegnativo...


Quali sono i tuoi progetti futuri? 

Intanto sto realizzando il nuovo disco. Già, perché oltre a scrivere storie compongo musica. Per chi non lo sapesse sono anche Ricky Rage. Parlando di libri, beh, ho un romanzo da sistemare e ripulire e una dozzina almeno di nuove idee. Ovviamente non vivo d’arte e come tutti sono pressato dalla quotidianità. Vedremo...


 

Grazie a Riccardo Gramazio per averci dedicato il suo tempo.
In bocca al lupo "Ricky" per i tuoi scritti e la tua musica!

2 commenti:

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