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29 maggio 2014

INTERVISTA - Manuela Micheli

Ho il piacere di intervistare una giovane esordiente, scopriremo i suoi gusti, il suo rapporto con la lettura e la scrittura.

Manuela Micheli, 31 anni, alle spalle la pubblicazione tramite due diversi editori di un racconto horror e di una favola per adulti, prima di tutto è una lettrice: macina pagine e pagine, spaziando su più generi.
Dopo anni trascorsi a leggere Freud, a interessarsi di psicologia, a scrivere racconti che mettessero in luce i sentimenti dei protagonisti, ha deciso di concentrarsi su un romanzo che analizzi in maniera approfondita l'animo della protagonista, lasciando che quel lato un pò dark della scrittrice (che predilige storie "insane") venga fuori con l'irruenza dello scandalo.

 

Com’è nata la passione per la scrittura?

Ho sempre adorato leggere ma non ho mai provato a scrivere seriamente fino ai 26 anni. Credo che in qualche modo fosse una mancanza di fiducia in me stessa, non mi reputavo in grado di scrivere qualcosa di buono che potesse addirittura incuriosire gli altri. Poi ho iniziato a giocare a giochi di ruolo by chat, lì sei costretto a descrivere tutto, partendo da come il tuo personaggio è vestito fino ad arrivare alle sue emozioni più intime. Ho scoperto che mi piaceva.

Qual è stato il primo testo che hai scritto?

Un racconto horror per un contest letterario. Sinceramente, rileggendolo ora rabbrividisco ^^


Quale genere letterario preferisci leggere e quale scrivere? C’è un genere che proprio non riesci a farti piacere?

La passione per gli horror (parlo di romanzi, racconti, film, indistintamente) credo che non mi abbandonerà mai, amo leggerli tanto quanto amo scriverli. Adoro anche i fantasy ma ultimamente avverto un rallentamento, come se avessi bisogno di “disintossicarmi” un attimo. Mi appassionano i romanzi psicologici e i saggi e se c'è qualcosa che proprio non riesco ad apprezzare sono i romanzi storici (il che detto da una persona che studia archeologia mi rendo conto che possa sembrare almeno curioso).

Quale opera ti è rimasta nel cuore? C’è uno scrittore o un romanzo che preferisci e/o che ti hanno stimolato alla scrittura?

Cime Tempestose rimane in assoluto il romanzo più bello che abbia mai letto. Mi piace lo stile della Bronte, mi appassiona la storia, la prima volta che l'ho letto sono rimasta incollata a quelle pagine sotto ipnosi. Credo che da quel momento mi sia rimasta la fissazione per le ambientazioni gotiche.

Quando scrivi, trasmetti nei tuoi testi parte di te e della tua vita o tendi a separare le due realtà? In Somnia Animae quanto c’è di autobiografico?

Sono convinta che uno scrittore non dovrebbe mai parlare di qualcosa che non conosce, sopratutto chi ancora non ha un'esperienza tale da potersi muovere su altri fronti. Ho sofferto per un bel periodo di crisi di panico, da piccola ero sonnambula, so cosa significa farsi prendere dall'ansia fino a non reggersi in piedi.

Nel romanzo sopracitato si parla di attacchi di panico e disturbi del sonno, è un romanzo psicologico. Che relazione hai con questa materia?

Non sono una psicologa e so che più d'una persona se l'è chiesto. Però è dai tempi del liceo che mi documento, che studio Freud, che cerco di capire le varie correnti di pensiero. Sono dell'idea che la psicologia non sia una scienza esatta, che non sia un'equazione matematica; ogni persona è differente, ogni testa segue le proprie leggi anche se questo non significa che non vi siano schemi comuni.
Quello che mi sorprende è ricevere richieste da persone che cercano consigli su come rendere le introspezioni psicologiche dei loro personaggi. Sono soddisfazioni ^^

 

Com’è stato il tuo percorso verso la pubblicazione?

Ho scritto il mio romanzo in un anno circa, dal momento in cui mi è venuta in mente a grandi linee la storia. Non credevo di portarla a termine, mi sarebbe bastato scrivere molto meno, ma mi sono fatta prendere la mano. Non si può parlare di romanzo perché è breve ma nemmeno di racconto lungo perché ha il suo buon numero di pagine.
Non ho avuto la pazienza di aspettare la risposta di case editrici (si tratta di attendere anche uno o due anni) e quando mi è stato chiesto di cambiare il finale della storia non l'ho accettato. Somnia Animae è nato per portare il lettore in un punto preciso della narrazione, è fatto per scandalizzare e non è una storia che secondo me si possa adattare per renderla più commerciale. Alla fine ho deciso di autopubblicare, mi è sembrato il compromesso più corretto in quel momento.

Cosa pensi del self-publishing e del panorama editoriale attuale? Meglio un piccolo editore o autopubblicarsi?

Dipende dal piccolo editore. Principalmente secondo me dipende dalla distribuzione. Ci sono piccoli editori validissimi e sani, ma se poi la loro passione e il loro desiderio di lavorare con correttezza e serietà non ha riscontro in una distribuzione adeguata il romanzo non avrà la giusta collocazione sul mercato.
Il self-publishing è una realtà ed è molto più ampia di quel che molti pensano. In Italia non ha ancora avuto il successo che ha all'estero, per natura siamo scettici, i grandi cambiamenti non ci entusiasmano. Abbiamo bisogno di tempo, prima o poi magari le cose cambieranno.

Cosa consiglieresti agli esordienti?

http://i1279.photobucket.com/albums/y521/Oc_Fantasy/PDP/no_eap_zps1f3617be.jpgDi affrontare il percorso di scrittura e pubblicazione con molta umiltà. Non sopporto le persone che si pongono nei confronti del mercato come se il mondo avesse bisogno di ciò che scrivono per salvare quel poco di cultura rimasta. Lo ripeto di continuo: il mondo sopravviverà benissimo anche se noi non pubblicheremo. Bisogna porsi nei confronti degli editori con la giusta dose di sicurezza che non permetta a nessuno di approfittarsi di noi (tipo pagando per pubblicare) ma allo stesso tempo è necessario scendere a piccoli compromessi perché le cose funzionino, come sul lavoro. Ribadisco il concetto di “PICCOLI compromessi” però.

Quali sono i tuoi progetti futuri? Cosa nasconde il tuo Word?

Vorrei scrivere un romanzo horror, molto molto particolare almeno per “il periodo storico” in cui verrà ambientato (10000 a.C. circa). Ho già in mente la storia e i miei studi di archeologia mi stanno aiutando a definirla. Ma non ho trovato il tempo di mettere nulla “su carta” ancora.


Ringrazio l’autrice per averci dedicato il suo tempo. Lo studio e la passione sono fondamentali per scrivere e Manuela è scrupolosa e appassionata, le auguro di portare a termine tutti i suoi progetti e trovare il tempo di metter su “carta” il suo mondo.

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