Questo sarà uno dei tanti articoli su Martepiece e cercherò di essere breve.
La prima cosa che ho notato è il modo di fare dei giudici che, a
quanto pare, è standardizzato di programma in programma: insomma, se da un lato buttano
piatti nella pattumiera, dall’altro ti stracciano il testo. Un atteggiamento
molto delicato e rispettoso (sarcasmo mode on), ma direi che è un cliché in
questo tipo di programma e francamente lo non sopporto ma a quanto pare piace.
Trattandosi di scrittura, quando si riversano i sentimenti
nei testi, trovo anche peggio infierire con
atteggiamenti di superiorità o eccessivamente denigratori, forse perché mi
appartiene più il mondo dei testi che della musica e della cucina, ma posso
dire che la prima cosa che manca in questi format è il rispetto per il
concorrente. I giudici, inoltre, non mi sembrano portati nell’avvicinare i
telespettatori agli scritti, loro hanno il ruolo di mediare ma non mi pare lo portina avanti molto bene, almeno finora.
Il talent ha qualcosa di innovativo, è un tentativo, ma non funziona molto bene. Non avendo noi le
opere sottomano, difficilmente potremmo coglierne le sfumature e interpretarle a
modo nostro, questo perché penso
che un conto sia il sentir leggere e un altro conto sia il leggere.
Ho ascoltato solo la trama di due opere, quella dei due finalisti
della prima puntata, una trama l’ho trovata confusa non l’ho colta; la seconda
sembrava una rielaborazione della festa dell’8 Marzo dove non ci sono mimose,
ma una quercia.
Già dall’inizio delle voci che giravano su questo programma e sulla scelta della Casa
Editrice supporter, avevo immaginato che il genere Fantasy
sarebbe stato penalizzato e sicuramente anche gli altri generi considerati “meno
nobili” come il chick-lit, ma spero di sbagliarmi. Magari avrei incaricato giudici appartenenti a generi diversi per non penalizzare nessun tipo di romanzo... anche se poi la Bompiani non è aperta a tutti i generi letterari e qui sorgono spontanei dei dubbi sulla selezione. Se una casa editrice è specializzata in dati generi, come si può sperare ne passino alcuni lontani anni luci dalla sua tipologia di pubblicazione?
Frasi evitabili:
“Sì” detto in coro dagli altri due giudici.
"Mi spiace non ci sia un premio per il più brutto libro
presentato a Masterpice perché questo sarebbe un candidato..."
Un povero novellino va lì sperando e sognando, e invece di essere guidato è denigrato. Spero che gli altri provini non seguano la stessa scia...
Per quanto riguarda le prove, credo che scrivere a
comando non sia indole vera e propria dello scrittore che non è giornalista né copywriter
e dovrebbe scrivere per ispirazione e sensazioni. Io temo che questo imporre
temi e queste prove a tempo allontanino dal “cuore d’autore” ma non saprei che
prove alternative proporre se non di questo genere, quindi penso ci si trovi
davanti a una impasse e che questo talent possa sì scoprire buoni autori,
così come potrebbe solo sfruttare solo un caso umano/letterario.
Posso dire che ai concorrenti non serve solo saper scrivere, ispirazione a
comando, vena creativa e sensibilità sempre pronta, ma deve anche aver fortuna, così come tutti gli esordienti.
Note di chiusura?
L’errore più frequente di uno scrittore esordiente è quello
di adeguarsi all’aria che tira, alla convenzione letteraria che è nell’aria.
Uno scrittore diventa uno scrittore se riesce a imparare chi è l’altro.
Raffaele la Capria
Uno scrittore non deve essere auto-compiaciuto. Non credere
alle dicerie degli amici. Bisogna misurarsi con i grandi, cercare di essere
anche meglio di loro.
Camilla Baresani Bompiani
Non perdere la voglia di frugare nella vita degli altri, tanto
quanto si fruga nei libri.
Alessandro
Mari Feltrinelli
Si impara a scrivere bene leggendo molto, scegliendo le
persone di cui fidarsi e innamorandosi nella vita. Il mio consiglio a chi vuole
diventare uno scrittore è ignorare il mio consiglio e amare quello che fa.
Veronica Raimo Rizzoli
Un errore frequente di uno scrittore esordiente è l’ioluismo,
cioè l’inventare un personaggio che rispecchia perfettamente la biografia dell’autore,
solo un po’ più figo. Di solito dalla lettura emerge ed è una delle prime cose
da evitare.
Enrico Brizzi Mondadori
In realtà uno scrittore non inventa granché, scopre qualcosa
che già esiste e il suo compito è svelarlo.
Letizia Muratori Adelphi
Errore dell’esordiente è parlare solo del proprio ombelico e
cioè di sé. Il mio consiglio per chi vuole diventare uno scrittore è provarci,
essere presuntuosi e umili al tempo stesso e soprattutto osare.
Luca Bianchini
Mondadori
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