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18 novembre 2013

TV - Masterpiece



Questo sarà uno dei tanti articoli su Martepiece e cercherò di essere breve.


La prima cosa che ho notato è il modo di fare dei giudici che, a quanto pare, è standardizzato di programma in programma: insomma, se da un lato buttano piatti nella pattumiera, dall’altro ti stracciano il testo. Un atteggiamento molto delicato e rispettoso (sarcasmo mode on), ma direi che è un cliché in questo tipo di programma e francamente lo non sopporto ma a quanto pare piace.
Trattandosi di scrittura, quando si riversano i sentimenti nei testi, trovo anche peggio infierire con atteggiamenti di superiorità o eccessivamente denigratori, forse perché mi appartiene più il mondo dei testi che della musica e della cucina, ma posso dire che la prima cosa che manca in questi format è il rispetto per il concorrente. I giudici, inoltre, non mi sembrano portati nell’avvicinare i telespettatori agli scritti, loro hanno il ruolo di mediare  ma non mi pare lo portina avanti molto bene, almeno finora. 

Il talent ha qualcosa di innovativo, è un tentativo, ma non funziona molto bene. Non avendo noi le opere sottomano, difficilmente potremmo coglierne le sfumature e interpretarle a modo nostro, questo perché penso che un conto sia il sentir leggere e un altro conto sia il leggere. 
Ho ascoltato solo la trama di due opere, quella dei due finalisti della prima puntata, una trama l’ho trovata confusa non l’ho colta; la seconda sembrava una rielaborazione della festa dell’8 Marzo dove non ci sono mimose, ma una quercia. 

Già dall’inizio delle voci che giravano su questo programma e sulla scelta della Casa Editrice supporter, avevo immaginato che il genere Fantasy sarebbe stato penalizzato e sicuramente anche gli altri generi considerati “meno nobili” come il chick-lit, ma spero di sbagliarmi. Magari avrei incaricato giudici appartenenti a generi diversi per non penalizzare nessun tipo di romanzo... anche se poi la Bompiani non è aperta a tutti i generi letterari e qui sorgono spontanei dei dubbi sulla selezione. Se una casa editrice è specializzata in dati generi, come si può sperare ne passino alcuni lontani anni luci dalla sua tipologia di pubblicazione?


Frasi evitabili:

“È possibile adorare un libro ma non adorare  lo scrittore?”
“Sì” detto in coro dagli altri due giudici.



"Mi spiace non ci sia un premio per il più brutto libro presentato a Masterpice perché questo sarebbe un candidato..."



Un povero novellino va lì sperando e sognando, e invece di essere guidato è denigrato. Spero che gli altri provini non seguano la stessa scia...
 

Per quanto riguarda le prove, credo che scrivere a comando non sia indole vera e propria dello scrittore che non è giornalista né copywriter e dovrebbe scrivere per ispirazione e sensazioni. Io temo che questo imporre temi e queste prove a tempo allontanino dal “cuore d’autore” ma non saprei che prove alternative proporre se non di questo genere, quindi penso ci si trovi davanti a una impasse e che questo talent possa sì scoprire buoni autori, così come potrebbe solo sfruttare solo un caso umano/letterario. Posso dire che ai concorrenti non serve solo saper scrivere, ispirazione a comando, vena creativa e sensibilità sempre pronta, ma deve anche aver fortuna, così come tutti gli esordienti.

Note di chiusura?

L’errore più frequente di uno scrittore esordiente è quello di adeguarsi all’aria che tira, alla convenzione letteraria che è nell’aria. Uno scrittore diventa uno scrittore se riesce a imparare chi è l’altro. 
Raffaele la Capria


Uno scrittore non deve essere auto-compiaciuto. Non credere alle dicerie degli amici. Bisogna misurarsi con i grandi, cercare di essere anche meglio di loro. 
Camilla Baresani Bompiani

Non perdere la voglia di frugare nella vita degli altri, tanto quanto si fruga nei libri.
 Alessandro Mari Feltrinelli

Si impara a scrivere bene leggendo molto, scegliendo le persone di cui fidarsi e innamorandosi nella vita. Il mio consiglio a chi vuole diventare uno scrittore è ignorare il mio consiglio e amare quello che fa. 
Veronica Raimo Rizzoli


Un errore frequente di uno scrittore esordiente è l’ioluismo, cioè l’inventare un personaggio che rispecchia perfettamente la biografia dell’autore, solo un po’ più figo. Di solito dalla lettura emerge ed è una delle prime cose da evitare.

Enrico Brizzi Mondadori


In realtà uno scrittore non inventa granché, scopre qualcosa che già esiste e il suo compito è svelarlo.  
 Letizia Muratori Adelphi

Errore dell’esordiente è parlare solo del proprio ombelico e cioè di sé. Il mio consiglio per chi vuole diventare uno scrittore è provarci, essere presuntuosi e umili al tempo stesso e soprattutto osare. 
Luca Bianchini Mondadori

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