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25 novembre 2013

TV - Masterpiece: secondo appuntamento



Benvenuti a una nuova puntata di Masterpiece, ecco cosa ho notato in questo episodio. (Fa molto telefilm vero?)


Punto uno. Una piccola svalutazione per gli Harmony.
“…Non rischia di spostare verso un po’ collezione Harmony, una sorta di love story un po’ zuccherosa vista però al maschile, che sarebbe per altro una novità in ogni caso.”
Nonostante questa nota denigratoria, il romanzo frutta tre sì . Ma perché denigrare? Si denigrano sempre i generi leggeri e che alla fine vendono nel mondo, non è che non vendano eh... 
Lo scrittore arriva in finale, buon per lui, ma vince sempre l’altro con la connotazione biografica più forte.  

Punto due. La terza concorrente è massacrata e ricordo che è stata selezionata tra tanti e tanti partecipanti. Possibile non ci siano stati migliori? Tutto per fare un po’ di "spettacolo" e trattar male qualcuno nello stile Masterchef (non che lei fosse simpaticissima e modesta, ma è altra storia). Per non farci mancare nulla, tipo piatti volanti, il giudice tira il libro appresso alla concorrente. Gesto atroce, allucinante per me. Forse voleva essere scherzoso, ma insomma...
In ultimo, una frase che mi ha colpito ma non condivido. 
“Google piaga tra gli scrittori ormai…” 
Sarà anche una piaga per il giudice, ma per molti penso sia una fonte molto utile per le ricerche storiche, geografiche e ben altro…

Punto tre.  La biografia va forte!
A un ragazzo di trent’anni, di gran esperienza soprattutto di base scientifica, è detto:
“…Invece che andare a buttarsi nel fantasy lei dovrebbe attingere da se stesso.”
Quello che penso io? L’ispirazione non si comanda, ma si asseconda, e se il genere nelle corde dello scrittore è il fantasy piuttosto che un altro, perché deve spingersi altrove? Il programma sembra orientato sempre nella stessa direzione…
Deve esserci per forza una nota biografica per interessare i giudici?

Non so voi, anche se il programma non mi piace particolarmente, è bello vedere persone umili e speranzose avere apprezzamenti e i famosi “Sì”.
In particolar modo ho trovato il rapporto tra due scrittori avversari molto educativo e quasi commuovente. Tra i due concorrenti ho visto cuore; la signora non è passata ma era contenta per il ragazzo, l’ha chiamato tesoro, lo ha abbracciato. I due sono entrati tenendosi per mano, come una nonna accompagna il nipote. Vedere aspiranti scrittori sostenersi non è cosa da tutti i giorni…

Conclusione. Due giovani sono i primi finalisti di Masterpiece entrambi con un passato complesso e un romanzo dallo stile particolare e ovviamente con sfumature di vita vissuta che tanto piace a questa edizione del talent.

... E la storia continua…


Consigli per gli acquisti esordienti

Io credo che un esordiente, quale sono stato anche io, possa commettere un grande errore quello di credersi già perfetto, già bravo all’inizio, quello di aver scritto il romanzo che non ha assolutamente bisogno di correzioni e parere altrui.
Andrea Vitali – Garzanti

Prima che qualcuno ti faccia l’editing te lo devi far da solo, una sorta di autocoscienza, autocensura persino, non per i termini che potrebbero appunto  turbare le coscienze di eventuali lettori, ma per una sorta di ritmo, di stile, la letteratura è musica, ti accorgi se stai stonando.
Andrea Pinketts – Barbera

Chi esordisce pecca o per eccesso o per difetto. Per eccesso perché sente di dover sparare tutte le cartucce all’inizio.
Valeria Parrella – Einaudi

Quella specie di ansia da dimostrazione, cioè il voler cercare di racchiudere un racconto, un romanzo, tutto ciò che si è capaci di fare.
Ivan Cotroneo – Bompiani

Farsi prendere dall’ansia di dover dimostrare di essere geniali, anziché rilassarsi, cancellare tutte le aspettative, cominciare semplicemente a raccontare una storia.
Flavio Soriga - Bompiani

Quando si comincia a scrivere, quado si scrivono le prime cose, l’errore che si fa più spesso è zittire il bisogno di raccontare tutto, mentre un romanzo e il racconto sono esattamente il contrario, cioè sono  esattamente quello che resta una volta hai tolto tutto quello che c’era intorno.
Elena Stancanelli - Einaudi stile libero

L’errore è metter prima quello che viene dopo, anteporre al momento della scrittura la preoccupazione del successo, per la fortuna che avrà nel mondo il loro libro. Ecco se uno commette quell’errore lì è destinato a fallire come scrittore.
Antonio Scurati – Bompiani

Di solito però l’errore che   classico è quello di non capire che un libro pubblicato è la felice congiunzione tra le aspirazioni umane, culturali, artistiche, economiche di un autore con quelle di un editore.
Massimo Carlotto - Einaudi
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