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22 febbraio 2019

INTERVISTA - Mimma Leone e Le congiunzioni della distanza

Su Peccati di Penna: Mimma Leone. In questo post parleremo di lei, con lei, e dell'opera pubblicata con Alter Ego: Le congiunzioni della distanza.


Mimma Leone, laureata in filosofia, scrittrice e giornalista, vicepresidente dell’Associazione socio-culturale RiCreAzione. Dal 2018 direttrice editoriale di RIVISTA EA. 
Attualmente si occupa di manualistica aziendale e ricopre il ruolo di Consigliere d’Opposizione al Comune di Guagnano (LE).

 
Benvenuta su Peccati di Penna Mimma Leone! Quando hai scoperto la passione per la scrittura?
Grazie a voi per l’accoglienza! Ho scoperto questa passione molto presto, già mentre imparavo l’alfabeto! Poter inventare mondi, personaggi, creare storie e quindi raccontare mi donava un grande senso di libertà, esattamente come ora! La scrittura è stata dall’inizio lo strumento con cui tutto questo mi riusciva meglio.

Qual è stato il tuo primo testo?
Se parliamo di testo senza alcuna pretesa di pubblicazione, non posso non ricordare il mio primo scritto in assoluto che aveva come titolo ‘Il bambino nel bosco’ e raccontava l’amicizia fra un bimbo e un lupo parlante. Avevo otto anni e durante le sere d’estate lo facevo leggere ai vicini di casa, insieme anche agli altri racconti scritti subito dopo. Spero non sia stata una tortura per i miei vicini!

Per quanto riguarda la prima opera pubblicata, invece, saltiamo a quattro anni fa, alla mia raccolta di racconti ‘Il mare per le conchiglie’ che tante soddisfazioni mi ha regalato sia nei riscontri del pubblico, sia fra gli addetti ai lavori.

Quale genere letterario ti è più affine? Quale invece non riesci a leggere e/o a scrivere?
Mi muovo in quel grande genere onnicomprensivo che è la narrativa, con una predilezione per il thriller a sfondo psicologico. Adoro anche la poesia ma più da lettrice, ho scritto pochi versi, almeno finora; la ritengo infatti un’arte difficilissima, che necessita di un talento e di una sensibilità a parte. Non leggo molto volentieri i romanzi distopici, anche se mi affascina il futuribile.

Come è stato il tuo percorso verso la pubblicazione?
Molto sereno, a scrittura ultimata ho inviato il testo a qualche casa editrice che mi sembrava in linea con quanto scritto. Così come successo qualche anno fa con ‘Il mare per le conchiglie’, ho ricevuto riscontro positivo dopo pochi mesi, stavolta da parte di Alter Ego, di cui avevo sentito parlare solo bene. In effetti ho trovato uno staff solido, professionale e ben strutturato. L’editor di riferimento, Diego di Dio, mi ha accompagnata in un delicato lavoro di editing durato quasi un’intera estate; forse quello è stato il passaggio più difficile ma anche più formativo.

Come è nata l’idea de ‘Le congiunzioni della distanza’? Cosa ti ha ispirato?
Tutto nasce dai racconti, ancora una volta. Ne ‘Il mare per le conchiglie’ è presente una storia, ‘La stanza 21’, che è rimasta nel mio cuore e in quello di tantissimi lettori e lettrici. Mi sono accorta che la donna protagonista di quel racconto continuava a vivere e aveva ancora tante cose da dire. E allora è arrivata Ginevra Carrara e la sua storia che parte da lontano.
La storia di Ginevra, affascinante antropologa, inizia da un balcone che si affaccia sulla laguna veneziana. La vita di Ginevra ruota attorno al lavoro e al rapporto mai risolto con Davide, l’ex compagno, mentre le lettere di Anna Palumbo, amica d’infanzia, rappresentano il filo indissolubile che la trattiene a un passato mai dimenticato, nel Salento assolato degli anni Settanta.
Ma un giorno è proprio dal profondo Sud che irrompe la telefonata di Antonio, poliziotto e vecchia conoscenza di Ginevra: Anna è scomparsa nel nulla.
Gli unici indizi sembrano partire dalla Baia del Diavolo, uno dei luoghi più misteriosi delle coste salentine. Nella terra che l’ha vista nascere e andare via, Ginevra si abbandonerà ai ricordi, immergendosi in un tempo deformato dalla memoria, e riesumato dalle parole di una vecchia amica.
Quanto c’è di te in questo testo?
Tanto. C’è la mia forza ma soprattutto ci sono le mie insicurezze, il mio viaggio verso me stessa, la mia autoanalisi. Un cammino in cui s’inciampa tanto, ma il percorso è bellissimo. Lo sa bene Ginevra, che è imbranata come me, indecisa come me ma anche molto responsabile, libera nel senso più puro del termine, come credo di poter essere.

Hai mai affrontato il “blocco dello scrittore”? Come lo hai superato?
Capita spesso, anche più volte nel corso dello stesso lavoro. Il panico da pagina bianca può davvero tenerti ferma per giorni, settimane. In quei momenti ho imparato a chiudere tutto, per recuperare ispirazione senza cercarla. Mi godo il silenzio, osservo le cose, le persone, non ragiono, non elaboro, guardo le mie sensazioni, semplicemente. Poi le parole arrivano, e devo correre a scriverle.

Cosa vuoi comunicare con il tuo ‘Le congiunzioni della distanza’?
Senz’altro un messaggio di consapevolezza che viene esaltato nel prendersi cura di sé, come relazione con noi stessi e con tutto ciò che ci circonda in una realtà che non è altro che una rete a spirale. Il fatto che tutto sia connesso (come enuncia la nota, e un po’ abusata, legge di Dirac) è un aspetto della consapevolezza che, se compreso fino in fondo, può cambiare la vita. Io sono su quella strada, ma il cammino, lo dicevo prima, è lungo e complicato, spesso solitario e doloroso, ma necessario.

Cosa pensi del Self-Publishing?
Può essere un’alternativa, a volte anche valida, al tradizionale percorso editoriale. Personalmente non ho mai considerato l’opportunità perché ho avuto la fortuna di trovare un gruppo di professionisti attenti al progetto e alla mia scrittura. Tutto questo per me è fondamentale perché include il confronto, la comprensione, l’ascolto. Forse con il Self-Publishing questi elementi rischiano di diventare secondari, io ci soffrirei.

Quali sono i tuoi progetti futuri?
Sono al lavoro su più fronti. Ho iniziato a scrivere la biografia romanzata di un personaggio del passato e ho steso giù la un’idea di base per un nuovo thriller. Ma Ginevra Carrara è ancora dietro l’angolo, e non è escluso che possa tornare.

Grazie a Mimma Leone per averci dedicato il suo tempo. In bocca al lupo e buona scrittura!

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