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6 settembre 2018

RECENSIONE - Il peso dell'oro di Barbara Bellomo | Salani Editore

Il peso dell'oro di Barbara Bellomo è un giallo storico che si divide in capitoli ambientati nel presente e altri che portano indietro nel tempo.

Il fascino degli storici risiede nella scoperta di fatti che prima magari si ignoravano, come ad esempio il riutilizzo delle  pergamene dalle quali veniva grattato via l'inchiostro per poter riutilizzare il supporto (costoso), ma questa è solo una delle chicche che la Bellomo inserisce egregiamente nel romanzo che quindi non è solo semplice intrattenimento.
L’autrice è molto descrittiva e dettagliata, ma chiara nell’esposizion, perciò il testo risulta ricco ma scorrevole, anche se la narrazione a volte, per me, risulta appesantita da un eccesso di informazioni che crea quasi una dimensione a parte, una dimensione che un appassionato di storia non può che amare considerandola un'adorabile parentesi.
La narrazione, a proposito, è in terza persona e questo ci permette di muoverci nello spazio saltando da una situazione all’altra e quindi anche da personaggi ad altri.

La protagonista Isabella De Clio è un’archeologa ed è cleptomane, questa caratteristica mi ha fatto sorridere, ha reso il personaggio imperfetto, umano, e me lo ha fatto piacere particolarmente. Isabella De Clio è tosta, indipendente, reale, appassionata al suo lavoro e come se non bastasse tutto il resto è anche accompagnata da un mistero... delle cartoline anonime che le arrivano periodicamente sia a casa che in ufficio.
Un altro personaggio che mi è piaciuto è il giornalista Andrea Gerbi (playboy ed eterno Peter Pan) che in questo romanzo fa da spalla (e corteggiatore) a Isabella; una figura divertente che smuove un po' la vita dell'archeologa troppo legata al suo vecchio amore, o meglio a quello che avrebbe potuto essere il suo grande amore: Paul. Ma le scoperte storiche portano a galla tesori e non solo... la intravedete anche voi la nota rosa nel giallo?

In sintesi: il romanzo è dettagliato, fantasia e storia si fondono e creano un bel mix guidato da una protagonista di tutto rispetto che sa farsi valere, ma che non manca di sensibilità. Il libro si legge velocemente una volta ingranata la marcia, ho trovato più veloci i capitoli ambientati al presente e meno trainanti quelli ambientati nel passato, anche se immaginare Archimede correre in giro nudo urlando eureka ha dato un certo brio anche alla storia.

Non conoscevo Barbara Bellomo e il suo Il peso dell'oro mi è piaciuto, mi ha fato uscire dalla mia comfort-zone di lettura che di solito non prevede romanzi dalle sfumature storiche. Il peso dell'oro è il terzo della serie dedicata a Isabella De Clio e i due romanzi precedenti sono La ladra di ricordi e Il terzo relitto. Nonostante la mancata lettura dei precedenti, non ho avuto difficoltà ad affrontare questo romanzo.


Per la giovane archeologa siciliana Isabella De Clio il lavoro è sempre stato tutto. Ma adesso sta cominciando a non bastarle più. La solitudine può diventare pesante, soprattutto se non si riesce a scordare chi un giorno ti ha rubato il cuore. Per fortuna un nuovo mistero è pronto a farle dimenticare la sua situazione sentimentale: una recente scoperta di papiri attribuibili ad Archimede, rinvenuti durante degli scavi, la spinge ad avvicinarsi all’importante codex rescriptus di età medievale, ritenuto per molto tempo solo un libro di preghiere che nasconde però molte sorprese… Isabella si troverà così a dover districare un intreccio che interseca passato e presente: da un lato il famoso scienziato impegnato alla difesa di Siracusa sotto l’assedio dei Romani, guidati dal console Claudio Marcello, dall’altro un tesoro dal valore inestimabile, morti misteriose e intrighi molto più grandi di lei. Sarà proprio grazie a questa nuova, azzardata, indagine, però, che Isabella scoprirà di non essere poi sola come credeva…


Testo fornito dall'editore

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