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6 giugno 2017

BLOGTOUR - La casa dalle radici insanguinate di Roberto Ciardiello | Intervista

Benvenuti in questo blogtour dedicato a La casa dalle radici insanguinate di Roberto Ciardiello, che in questa tappa conosceremo meglio.



Seguendo il blogtour e potrete ricevere in regalo, a scelta, una copia digitale o cartacea del romanzo!

Le tappe:
30.05.2017: Presentazione del romanzo - Viaggiatrice pigra
06.06.2017: Intervista all’autore - Peccati di penna
13.06.2017: I personaggi - The Fear
20.06.2017: I retroscena - Il gufo lettore
27.06.2017: Recensione - Zebuk
Il 28 giugno verrà annunciato il vincitore del giveaway. Partecipate a questo evento per tenervi aggiornati.
Le condizione per partecipare sono semplici e facoltative, ma saremmo felici se decideste di seguirle:
1. Condividere pubblicamente l’evento
2. Seguire i blog che partecipano a questo blog tour (per esempio con un “mi piace” alla loro pagina Facebook o iscrivendosi al loro sito)
3. Scrivere “Partecipo” nell’evento su Facebook.

E dopo i dettagli, passiamo all'intervista.

Roberto Ciardiello, romano, classe Ottanta, ha iniziato a scrivere qualche anno fa, partecipando a concorsi per racconti brevi, spesso di genere fantastico-horror. Classificandosi primo in varie occasioni, ha capito che forse avrebbe potuto dilettarsi nella stesura di qualcosa di più corposo. Nel 2016 pubblica "La vendetta nel vento" e nel 2017 "La casa dalle radici insanguinate", entrambi tramite il servizio di Self Publishing di Amazon.

Benvenuto su Peccati di Penna Roberto! Quando hai scoperto la passione per la scrittura?

La passione è arrivata di colpo, una decina di anni fa. Non mi sono scervellato nell'intento di trovare una trama su cui costruire un romanzo; al contrario: la trama ha bussato e mi sono detto: "Uh, quasi quasi inizio a scrivere". Così ho buttato giù un 150.000 parole.
È andata male, molto male. I numerosi invii alle case editrici hanno avuto esito negativo. E per fortuna, aggiungo: era pessimo. Quindi sì, è andata bene, molto bene.

Qual è stato il tuo primo testo?
A parte quello di cui ti ho parlato sopra, il primo testo (pubblicato) è un racconto brevissimo inserito in un'antologia edita dalla Delos Books, dal titolo "365 racconti sulla fine del mondo". Ma non ci metto la mano sul fuoco. Potrebbe anche essere un racconto altrettanto breve inserito in una raccolta della defunta Edizioni XII, intitolata "Il ritorno dei corti viventi".
A volte la memoria gioca brutti scherzi.

Quale genere letterario ti è più affine? Quale invece non riesci a leggere e/o a scrivere?
Decisamente il fantastico-thriller-noir-horror. Si può dire che tutto ciò che sono riuscito a pubblicare (o con cui ho partecipatpo a concorsi) abbia le etichette di cui sopra.
Non riesco a leggere o a scrivere le poesie. Non mi piacciono proprio, lo ammetto. Non rientrano nelle mie corde, ma ammiro chi si cimenta nel genere: ha sicuramente una marcia in più di me.

Come è stato il tuo percorso verso la pubblicazione?
Come già detto, ho partecipato a molti concorsi e selezioni. Qualche lavoro è passato, altri no. È arrivato anche qualche primo posto, e di questo sono contentissimo. Abbandonati i concorsi, poi, mi sono dato al Self Publishing.

Come è nata l’idea di La casa dalle radici insanguinate? Cosa ti ha ispirato?
Come è nata, nello specifico, non riesco proprio a ricordare, mi scuso quindi se non posso soddisfare al meglio la curiosità. Sai, è un progetto vecchio. Preso, lasciato, ripreso, con molti spazi vuoti nel mezzo (il famoso blocco dello scrittore). Avevo un inizio, qualche idea da mettere nel mezzo e una fine, nulla di più. Ho navigato molto a vista, senza fare schemi o cose del genere. So che non è proprio il modo migliore da adottare e cercherò di migliorare in futuro.
L'ispirazione, ora. Posso dire che il cinema ha fatto molto, in questo caso. Sono cresciuto a pane e film horror anni Settanta-Ottanta e c'è molto della mia formazione cinefila nel testo. Menzione d'onore per i romanzi noir di James Ellroy ed Edward Bunker: anche quelli mi hanno ispirato molto.

Quanto c’è di te in questo testo?
Sì, qualcosa c'è. Credo sia normale farsi coinvolgere durante la stesura di un romanzo, non saremmo umani altrimenti. Così come ci sono situazioni riguardanti persone che conosco, storie sentite in giro, esperienze dirette e indirette. Non ricordo chi, ma qualcuno ha detto che lo scrittore è come una spugna: assorbe tutto e all'occorrenza, magari anche senza volerlo, riversa nelle proprie storie un po' di quel tutto.

Hai mai affrontato il “blocco dello scrittore”? Come lo hai superato?
Come detto poc'anzi, sì. Per quanto mi riguarda, i periodi di blocco ci sono stati, e molti anche (ne sto vivendo uno proprio ora).
Come si superano? Scrivendo e non lagnandosi. Se si inizia a scrivere, testo ottimo o ridicolo che sia, si supera. È l'unico modo: dare il La.

Cosa vuoi comunicare con il tuo La casa dalle radici insanguinate?
Vedi, in genere nei miei scritti non ci sono messaggi subliminali, insegnamenti, consigli tra le righe o morali di sorta, ma...
C'è un "ma"!
È capitato che mi facessero notare il contrario, che interpretassero un testo captando segnali qua e là, dicendomi "hai voluto dire questo e quello". E allora sì, qualcosa da comunicare, sotto sotto, forse c'è anche ne "La casa dalle radici insanguinate". Lancio un appello a chi lo leggerà, quindi: se trovate messaggi di denuncia o una morale qualunque... be', fatemelo sapere, ne sarei felice!

Cosa pensi del Self-Publishing?
È una valida alternativa all'editoria tradizionale, secondo me, ma bisogna fare le cose per bene. Da qualche anno il Self-Publishing non gode di ottima fama, purtroppo. Questo perché molte persone hanno fretta di pubblicare, di urlare "ho scritto un libro", di farci sapere che sono scrittori... e la fretta può portare a un prodotto mediocre. Bene inteso, io leggo molti prodotti self, è una categoria che mi piace e ne ho trovati di ottimi come di pessimi, ma farsi aiutare da un editor è fondamentale. I costi ci sono, è vero, e non sono uno scherzo, ma pensiamo un attimo a quanto teniamo (noi "scrittori") al nostro figlioletto appena nato. Vogliamo fargli fare una bella figura o lo mandiamo in giro sporco e maleodorante?

Quali sono i tuoi progetti futuri?
Progetti ne ho più di uno. Vorrei rivedere di sana pianta quel primo romanzo di cui ti ho parlato in apertura; lavorare a un paio di racconti brevi da ampliare a novella o giù di lì; scrivere il sequel de "La casa dalle radici insanguinate"; comprare una magione su una scogliera irlandese con i proventi milionari dei miei lavori. Spero di riuscirci a breve-medio termine (per quanto riguarda la magione, il termine mi sta bene anche medio-lungo).

Grazie a Roberto per averci dedicato il suo tempo. In bocca al lupo e buona scrittura!
Grazie a te per l'intervista e a chiunque sia arrivato qui senza annoiarsi troppo.

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