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16 maggio 2017

INTERVISTA - Francesco Pierucci e Il passo in più

Nuova intervista, oggi un autore napoletano: Francesco Pierucci.

Nato a Napoli nel 1989, Francesco Pierucci vive a Milano dove lavora come copywriter freelance. Grande appassionato di cinema, ha rappresentato l’Italia nella giuria internazionale del Festival di Venezia. Dopo aver collaborato a diverse antologie, ha pubblicato Dieci piccoli passi (La Gru 2011). Il passo in più è il suo primo romanzo.
Benvenuto su Peccati di Penna Francesco Pierucci! Quando hai scoperto la passione per la scrittura?
Grazie innanzitutto per il benvenuto! La passione per la scrittura nasce contemporaneamente a quella per la lettura ovvero intorno ai 6 anni. Grazie alle avventure de Il battello a vapore o alle storie di Roald Dahl ho iniziato a capire che non c’è niente di più bello al mondo che inventare storie e personaggi fuori dagli schemi.

Qual è stato il tuo primo testo?
Il primo libro di cui ho memoria dovrebbe essere “Dov’è Spotty?”, un simpatico cane a macchie di cui avevo anche un peluche.

Quale genere letterario ti è più affine? Quale invece non riesci a leggere e/o a scrivere?
Mi piacciono molto i gialli e i thriller ma penso che siano estremamente difficili da scrivere. Non riesco a leggere le storie d’amore troppo smielate o i romanzi horror che non siano Piccoli Brividi.

Come è stato il tuo percorso verso la pubblicazione?
Estremamente strano. Con “Dieci Piccoli Passi”, la raccolta di racconti con la quale ho esordito, ho trovato una casa editrice (La Gru) che ha iniziato a credere in me già durante la fase di scrittura e vi assicuro che puntare su un ventunenne che ha scritto solo un paio di racconti non è una cosa che capita tutti i giorni. Con “Il passo in più” invece è stato un percorso sofferto fatto di rifiuti (pochi), silenzi (tanti) e offerte a pagamento (tantissime) fino all’avvento di Nulla Die che mi ha convinto a sposare la sua linea editoriale.

Come è nata l’idea di Il passo in più? Cosa ti ha ispirato?
“Il passo in più” nasce da questa semplice domanda: che cosa farebbe uno scrittore che ha perso l’ispirazione creativa? Probabilmente scriverebbe di uno scrittore che ha perso l’ispirazione creativa! Ed è proprio quello che ho fatto io…
Dopo il successo del suo primo romanzo "Il passo in più", uno scrittore non riesce più a ritrovare l'ispirazione. Decide così di partire per un disperato viaggio on the road con la sua fidata Underwood Standard in cerca della creatività perduta. Durante il percorso a bordo della sua auto sgangherata incontrerà suo malgrado una serie di personaggi decisamente grotteschi tra cui uno sceneggiatore obeso, un falacrofobico con manie di grandezza e una pescivendola napoletana senza scrupoli. Tra fughe, risate, arresti e incidenti di ogni tipo, il protagonista vivrà un'avventura surreale dalle forti tinte cinematografiche che sarà difficile dimenticare.
Quanto c’è di te in questo testo?
Paradossalmente tantissimo e pochissimo. Tantissimo per le emozioni che si respirano nella lettura, pochissimo per le azioni che vivono i protagonisti.

Cosa vuoi comunicare con il tuo Il passo in più?
Quando ho scritto questo romanzo l’ho fatto per me stesso. Non pensavo di avere particolari messaggi da comunicare al lettore. Ora che invece inizio a ricevere feedback dalle persone che l’hanno letto sto capendo che forse il messaggio principale del libro è l’imparare ad affrontare i propri problemi siano essi futili o esistenziali senza continuare a procrastinare all’infinito.

Cosa pensi del Self-Publishing?
Penso che sia una possibilità magnifica principalmente perché permette di allontanare giovani scrittori dall’editoria a pagamento e poi perché con un po’ di fortuna ci si può far leggere veramente da tante persone.

Quali sono i tuoi progetti futuri?
Al momento sono focalizzato sull’insegnare sceneggiatura ai ragazzi del liceo. Però ho un paio di idee per un romanzo che spero di mettere su carta prima di dimenticarmele.

Grazie a Francesco per averci dedicato il suo tempo. In bocca al lupo e buona scrittura!

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