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1 ottobre 2015

BLOGTOUR - Nativi Digitali on BlogTour (Tappa n1)

Benvenuti cari "peccatori" alla prima tappa di questo magnifico tour targato Nativi Digitali. 10 ebook editi dalla casa editrice saranno ospiti di 15 blog attraverso contenuti originali e inediti curati dagli autori. Gli ebook partecipanti saranno in offerta a -50% dall’1 al 15 ottobre, per tutta la durata del BlogTour.


CALENDARIO TAPPE 

Data Blog Ospite Contenuto Originale



01/10/15 Peccati di Penna "Pietre, Detriti, Macerie" – Spin-off di Fernweh
02/10/15 Il bosco dei sogni fantastici La storia dietro il Booktrailer di "Valerie Sweets"
03/10/15 Il mondo di Sopra Intervista a Tristan Garden di "Storie di un Viaggiatore Immortale"
04/10/15 Le Recensioni della Libraia Celebrity Deathmatch, spin-off di "Anni '90"
05/10/15 Uno, nessuno e centomila libri Approfondimento sui personaggi di "Il Giardino degli Aranci"
06/10/15 Leggendo Romance Spin-off I di "Una Vita a Colori"
07/10/15 Il Momento di Scrivere Intervista a Michael Farner de "Lo Strano Caso"
08/10/15 La Fenice Books Prequel di "Papà era un Bandito"
09/10/15 Libri di Cristallo "Era la Mia casa", racconto inedito dell'autore di "Eroi del Silenzio"
10/10/15 Cricche Mentali "Sarabanda", spin-off di "Anni '90"
11/10/15 Fantasticando sui libri I Capitolo del seguito di "Storie di un viaggiatore immortale"
12/10/15 Il Piacere di Scrivere La vera storia dietro a "Valerie Sweets"
13/10/15 Delos Books Approfondimento sulle Rune di "Il Cuore di Quetzal"
14/10/15 Cafè Litteraire da Muriomu Approfondimento sui luoghi di "Il Giardino Degli Aranci"
15/10/15 Ramingo Blog Spin-off II di "Una Vita a Colori"

Ora iniziamo con...
Polvere. Detriti. Macerie.
Spin-off del romanzo di fantascienza “Fernweh” di Chiara Zanini, in offerta a -50% fino al 15/10/2015!

Un tubetto di pillole.
Uno solo, per cinquanta persone.
Doveva essere suo.
Jen strinse i pugni, consapevole di avere occhi solo per la Sentinella, ritta in sella alla moto, che sventolava il flacone con indifferenza, quasi non si rendesse nemmeno conto che, dal contenuto di quella boccetta, dipendeva la vita di una famiglia intera per almeno due settimane.
Le sue armi? Pugni. Calci. Graffi, morsi, gomitate.
Tutto quello che poteva, pur di salvare i suoi fratelli.
La Sentinella si calò il casco sul viso, girò il polso di scatto facendo rombare il motore, tirò su una gamba, pronta a partire.
Jen poteva sentire il respiro tremante di tutti i devianti che la circondavano, addossati alle rovine di Thanatos, pronti a schizzare in avanti appena la fiala avesse lasciato la mano della Sentinella. Herb, il suo nemico peggiore, tutto muscoli ed elasticità, era giusto accanto a lei. Michelle, la gatta arruffata che sapeva tirare fuori da chissà dove una grinta capace di fermare perfino un robot d’attacco, stava immobile poco più avanti, con aria imperturbabile. Wei, il ragazzetto tutt’ossa così rapido da averle strappato già più volte il flacone dalle mani, doveva essere nascosto da qualche parte in mezzo alla calca.
Questa volta doveva vincere lei, a ogni costo. I suoi fratelli non si nutrivano da troppo tempo.
La Sentinella si strinse nelle spalle; Jen non riusciva a vederla in viso, ma poteva giurare che si stava divertendo. Che ai suoi occhi la vita di tutti loro valeva meno di niente.
La vide tirare indietro la mano. Contrarre i muscoli come se volesse scagliare il flacone lontano, per farlo invece rotolare nella polvere ad appena pochi passi di distanza.
Poi, la Sentinella fece partire la moto e schizzò via, sparendo in un istante dalla vista.
Pazienza. Jen non la guardava già più.
Saltò sul muretto che aveva di fronte e si slanciò d’istinto in avanti. Sentì una mano arpionarle una caviglia e roteò senza volerlo su se stessa, atterrando con violenza in mezzo ai detriti. Si rialzò con lo scatto di un felino, tirando un pugno alla cieca; quando sentì un grido sottile graffiare l’aria capì di aver colpito Michelle.
Si ritrovò le dita indolenzite e ricoperte di qualcosa di viscido; sangue, di sicuro. Non ci fece caso. Si voltò, si mise a correre, già sentendo alle spalle gli ululati rabbiosi dei devianti più disperati: quelli che non prendevano una pillola da almeno due settimane. Non se ne curò: deboli com’erano, non sarebbero stati un ostacolo.
Spintonò due donne facendole cadere a terra, si piegò su se stessa evitando il gancio impreciso di un uomo alto il doppio di lei, si scagliò su un blocco di cemento armato sfruttandolo per un salto a effetto. Si squarciò un polpaccio sul frammento di barra d’acciaio che fuoriusciva dal calcestruzzo, ma che importava? La pelle poteva guarire; la tuta che aveva rubato a una Cittadina di Murian in visita nel quartiere si poteva riparare, anche se presto sarebbe stata così danneggiata che non le sarebbe rimasto nemmeno un fazzoletto di tessuto per coprirsi.
Ma le pillole, no. Se non ne avevi a sufficienza, eri morto.
Atterrò sulla schiena di Herb, che aveva già afferrato il flacone e lo stringeva con entrambe le mani, e gli tirò un pugno sul collo con tutte le sue forze.
Che riuscì a fargli… niente. Nemmeno una scalfittura.
Lui si girò di scatto, scrollandosela di dosso come un cane che si leva una zecca.
Jen rovinò a terra, graffiandosi la schiena sul pietrisco. Rotolò su se stessa, ritrovandosi chissà come già in ginocchio e pronta a scattare di nuovo in avanti.
Si fermò, sgomenta. Herb teneva la boccetta in una mano; nell’altra, aveva una pietra abbastanza grande da tramutarle la testa in pulviscolo.
Deglutì, paralizzata dalla sorpresa.
Ma Herb era un buon uomo, in fondo. Lo vide nei suoi occhi, nella piccola pozza di orrore che si andava allargando nelle sue iridi, nello sguardo irrequieto che lanciò di sbieco, alla ricerca delle telecamere. Quelle con cui tutti i Cittadini di Murian stavano di sicuro assistendo al loro combattimento; seduti comodi nelle poltrone della propria Unità Abitativa, con il bambino tra le braccia e tutte le pillole che volevano a disposizione.
Le pareva quasi di vederli. Di sentire quello che ogni coppia stava sussurrando all’orecchio del figlio, mentre osservava la sua immagine sulle pareti visorie. Segui le regole di Murian. Non agire mai di testa tua. Non farti imprigionare a Thanatos.
Una bestia. Poteva illudersi quanto voleva di essere viva, perfino libera, a modo suo: una persona con una propria dignità.
Invece, non era altro che un rifiuto di Murian, la Città Perfetta.
La consideravano un mostro? Bene. Lo sarebbe stata fino in fondo.
Jen strinse i denti, si gettò in avanti. Afferrò Herb per una gamba, approfittando della sua esitazione. Riuscì a sbilanciarlo e lo fece crollare a terra.
Si ritrovò il flacone tra le mani e il cuore le perse un battito. Lo strinse a sé come se ne andasse della proprio vita. Il che, in effetti, era la pura verità.
Sembrava che Herb non avesse più intenzione di muoversi. Fissava la volta oscura della Cupola, steso a braccia spalancate in una strana posa rassegnata, che quasi le serrò lo stomaco per la compassione.
Ma no. Doveva andare avanti.
Jen si tirò su, lanciando un’occhiata determinata al gruppo di devianti che intercettò a pochi passi di distanza. Straccioni, che non erano in grado di impensierirla davvero e si fecero da parte appena lei accennò a digrignare i denti.
Bastò. Davanti a lei si fece il vuoto, e il silenzio.
Il polpaccio le doleva un po’, i graffi sulla schiena si facevano sentire, ma per almeno due settimane, grazie alle pillole, i suoi fratelli avrebbero avuto di che sfamarsi.
Si costrinse a darsi una mossa, pronta ad arrampicarsi con molta meno energia di prima sul cumulo di macerie che le ostacolava il passaggio, quando sentì una fitta improvvisa alla spalla.
Ruggì di dolore.
Si girò di scatto, guardandosi intorno per capire chi l’aveva attaccata.
Wei, dannato lui. Il ragazzetto rapido come una freccia malgrado l’aspetto pelle e ossa.
La vista le si annebbiò, e d’istinto strinse con ancora più forza la boccetta; sentì le pillole tintinnare per il movimento convulso. Maledizione! Era più stanca di quanto avesse pensato: non si nutriva da troppo tempo.
Socchiuse le palpebre, concentrando lo sguardo su Wei e quello che aveva in mano.
Un coltello? E dove diamine l’aveva trovato, in quel quartiere di disperati?
Non aveva senso lambiccarsi il cervello su un dettaglio del genere. Perché, l’istante dopo, il ragazzo attaccò.
Corse di lato, invece che assalirla da davanti. Piantò un piede su un macigno per darsi slancio e le si scagliò addosso con un grido acuto, tendendo la lama insanguinata.
Qual era la sua arma migliore, in un posto che non aveva nulla?
Polvere. Detriti. Macerie.
Jen si piegò in due, lasciando che il ragazzo la oltrepassasse senza riuscire a sfiorarla. Afferrò una manciata di sassi, si rialzò e glieli gettò in faccia. Quando fu certa di averlo accecato, gli sferrò allo stomaco il calcio più forte che poté, lasciandolo a terra boccheggiante.
Non sarebbe riuscito a rialzarsi, denutrito com’era. Non subito, almeno.
Jen seguì con rammarico la piroetta con cui il coltello volò lontano. Sarebbe stato un bel colpo, impadronirsi di un’arma del genere, ma lasciò perdere appena vide che almeno una ventina di devianti ci si gettava sopra.
Si girò a guardare le telecamere. Oh, quanto avrebbe voluto lanciare un qualche gesto di sfida alle Sentinelle, ai Governanti e alla massa di Cittadini di Murian che di sicuro stavano seguendo ogni suo movimento.
Ma a cosa sarebbe servito?
Aveva conquistato un flacone di pillole, avrebbe sfamato i suoi fratelli ancora per un po’.
Solo questo importava.
Così, Jen si voltò, superò zoppicando un cumulo di macerie, si addentrò nei vicoli polvero
si di Thanatos.
Fino a svanire nelle viscere del Quartiere dei Devianti.
***
fernweh
da €3.49 a €1.74
Anno 2452: una catastrofe climatica colpisce la Terra, lasciando i pochi superstiti in balia di un sole ustionante, tornado e tempeste di fulmini. Poco prima di arrendersi, Mirna trova rifugio in un baluardo misterioso e inquietante: la città di Murian, protetta da una grande Cupola artificiale, dove si è stabilita una nuova società scandita da rigide regole di comportamento.

Anno 2618: Jared e Eleanor, gemelli discendenti di Mirna e da lei cresciuti ed educati nel ricordo del passato, non accettano di conformarsi all’alienante società di Murian, preferendo la compagnia dei “devianti”, i reietti costretti a una vita di stenti e miseria nel sobborgo-prigione Thanatos. Sarà proprio insieme ai devianti che organizzeranno un folle piano di evasione, verso un futuro lontano dalla prigionia della Cupola; ma niente è come sembra, e una rivelazione terrificante attende Jared ed Eleanor…

“Fernweh”, che in tedesco esprime la nostalgia verso luoghi lontani, unisce i temi classici della fantascienza a quelli del genere distopico, attraverso la prospettiva di due giovani in conflitto con una società opprimente e inconsapevoli delle loro stesse radici.



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