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15 ottobre 2013

RECENSIONE - Io, però... di Rosa Santoro

Titolo: Io, però...
Autore: Rosa Santoro
Editore: Arduino Sacco Editore

Inizio con il dire che rispetto ai best sellers erotici dalle Cinquanta Sfumature a Febbre, che hanno spopolato nell’ultimo periodo, Io,però… è un erotico molto diverso. 

La trama si presenta come una sequenza fatti nudi e crudi, atti forti ed espliciti, situazioni che scorrono veloci e si susseguono senza troppe pause. 

La psicologia del personaggio femminile è più complessa rispetto alla routine dei romanzi di questo genere, ed è un punto a favore dell'opera. La protagonista sa quello che vuole, è decisa, curiosa, e non si sottrae a nessuna esperienza anche se tentennante. 

 "Margherita era imbarazzata in quel momento, e le sue guance divennero come il rosso delle ciliegie, un fuoco divampato. Incominciò a trovare scuse per svignarsela da quel posto schifoso. Andandosene per la strada le venne un turbinio di pensieri sul voler contribuire a quella specie di party o no. Eppure si stimolava le tempie, aveva voglia di andarci, perché no?" 

Un romanzo indiscutibilmente audace, forse anche prepotente in alcuni frangenti con le sue venature di sadismo. 

 "Non si arrese, la fece piangere inc****dola per ore e ore. Il tempo passava e lei soffriva, piangeva sul cuscino, si consumava, si arrossava. Si lasciava tentare perché avrebbe rischiato la pelle. Un po’ godeva e un po’ aveva paura."

 La tematica ardita è mitigata dall’uso di un linguaggio allegorico e originale che però, a mio parere, distrae. Infatti, la nota dolente in Io, però... è lo stile dell’autrice che usa le metafore per ogni descrizione e amplesso. Apprezzabile, certo, ma sarebbe stato apprezzato di più un testo scorrevole e solo in qualche tratto particolareggiato, magari con allusioni incisive o delicate a seconda del contesto. Personalmente trovo la lettura di questo romanzo faticosa, lo stile sicuramente è peculiare ma costringe a soffermarsi per comprendere meglio le vicende. Direi che in alcuni spezzoni il linguaggio pare forzato, come se l’autrice volesse mantenere a tutti i costi una certa ricercatezza che però non valorizza sempre lo scritto; dalla serie il troppo stroppia, ma ovviamente è questione di gusti.

 I dialoghi sono poco presenti e la loro struttura fastidiosa, perché ogni battuta è anteceduta dal nome dell’ interlocutore che ripetuto continuamente crea confusione. 

Gli scenari descritti sono più interiori che esteriori perché la protagonista, Margherita, esprime tutte le sue emozioni e per il lettore è una immersione nel “suo sentire” narrato in terza persona. La fisicità dei personaggi non è sempre delineata e passa in secondo piano. 

Per quanto riguarda l’empatia, il lettore è un osservatore, assiste a ciò che accade ma non riesce a calarsi nelle vicende, un po’ per lo stile narrativo scelto che non arriva subito; un po’ per la carenza di conversazioni tra i personaggi. 

In conclusione: l’autrice di certo ha una gran padronanza della lingua e fantasia nel modo di esprimersi, ma non riesce a rapire il lettore e a coinvolgerlo pienamente nella storia perché leggerla è una strada in salita. Un romanzo che può rapire per le sue peculiarità o allontanare. 

Nel mio caso, l’elemento che principalmente non mi ha fatto piacere l’opera è lo stile narrativo, con il quale proprio non sono riuscita a stabilire un feeling.

 Non lo consiglio a chi ha l'animo romantico e a chi è sensibile a certe tematiche come il sesso forte e rude; la sottomissione della donna; e la donna come oggetto sessuale anche se consapevole. Mi rendo conto che anche in altri romanzi sono espresse queste tematiche ma le tratta in modo molto meno soft. Al confronto le "sfumature" sono una favola. 

TRAMA
Quando Margherita raggiunge Roma, partita dalla sua provincia, bella giovane e ancora un po’ troppo ingenua, si ritrova a posare per un fotografo conosciuto per caso. Gli appuntamenti si susseguono con lui e durante i suoi viaggi per incontrarlo. È consapevole del gioco al quale si sta sottoponendo. Sarà per lei una sfida contro i pregiudizi della morale piccolo borghese e provinciali. Le sue pratiche e azioni sessuali si spingono oltre ogni probabile immaginazione, scopre di essere una calamita per gli uomini di ogni età. E il piacere aumenta quando la pagano. “Io, però…”, si pone come una provocazione sottile, che va oltre il semplice romanzo erotico. 

Ringrazio Arduino Sacco Editore per avermi dato l'opportunità di leggere e recensire il romanzo, che sicuramente troverà il suo posto tra il pubblico che apprezzerà questo misto di altitudine estetica e sensoriale, mai disgiunta da paludi infinite di vizio e di sensualità, a volte degradata, eppure mai degradante. Sempre in bilico tra metafora aggressiva (“riempimi l’anfora e strapazzami l’orlo”) e dolcezza del sentimento, laddove al termine di ogni incontro, anche del più eroticamente sfrenato, si vede sempre in filigrana l’immagine (e il desiderio profondo) della Donna che vuole solo rubare un po’ di Luce dall’animo di un uomo.
(cit*Salvatore Cosentino. Magistrato e critico letterario).
Vi lascio un intervista all'autrice.


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2 commenti:

  1. Ciao, ho appena finito di leggere il libro in questione, concordo pienamente con la tua interpretazione del testo e le perplessità che anche tu hai percepito. Per alcuni versi potrei anche dirti che sei stata "misericordiosa" nella recensione del libro ( non so ancora se definirlo trash o inutile). Personalmente ho fatto fatica a leggere il libro non tanto per i contenuti quanto per la forma, i tempi e la trama. Molte volte ho letto e riletto alcune parti alla ricerca di un " tempo verbale" che coincidesse con la narrazione e la trama. Senza volermi mettere nei panni dello scrittore/scrittrice, devo dire che sin dall'inizio ho fatto fatica a capire "il perchè" scrivere questo libro: " quale dovrebbe essere il significato nascosto..... cosa vuole trasmettere l'autorice?"..... domande a cui ancora adesso non so dare risposta. Devo dire che ho apprezzato il finale, molto meno scontato di quanto si possa pensare, anche se poco rappresentato ( come il resto del racconto..... pieno di particolari "inutili e allegorici" rispetto al resto del racconto) . Ribadisco, come prima..... Mia personale interpretazione..... non voglio sicuramente mettermi nei panni dello scrittore.

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    Risposte
    1. Rincuorante non essere l'unica a non aver stabilito un feeling con questo testo :)

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